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Pietro Geranzani
(Londra, 1964)
EDP IV. Io Faccio La Pioggia
2018
olio su tela
180 × 180 × 5 cm / 70,2 × 70,2 × 1,95 in
fronte
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Dimensione e Peso:
180 × 180 × 5 cm
Testo Esplicativo
EUROPA

L'artista, recentemente esposto con l'opera "L'Esplosione dell'Uovo Cosmico" nella Chiesa di San Raffaele per il ciclo Arte e Fede organizzato con il patrocinio della Diocesi di Milano, si confronta ora nella nuova mostra che prende inspirazione dalla celebre opera di Max Ernst "L'Europa Dopo la Pioggia II".

È quindi il tema della memoria della coscienza storica europea ad essere matrice della nuova raccolta di lavori realizzati negli ultimi anni e appositamente per l’occasione milanese. L'esposizione partendo da questo spunto vuole riflettere sul tema del conflitto, cercandone un senso che possa portare alla conciliazione della sua crisi in atto.

Dove Ernst, al termine del conflitto mondiale, aveva fatto simbolo di quella guerra una landa desolata dove figure metamorfiche davano forma e corpo a una volontà di oblio e di fuga davanti alla colpa, Geranzani delinea e raffigura il conflitto presente con il simbolo della sua feroce e irrazionale violenza ma rendendolo provvido di una potente catarsi che ne cerca una qualità risolutiva.

In questi nostri anni degli sconvolgimenti del terrorismo ho iniziato a pensare, come Sutherland e Bacon, che c’è ancora spazio per la rappresentazione del martire, e nell’atroce ambiguità dell’immagine di questo quadro, che rappresenta una figura con indosso un giubbotto esplosivo, con la camicia aperta, spalancata, come se fosse le ali di una farfalla, o le braccia inchiodate alla croce, mi sono addentrato nel territorio della grande metafora e dell’angoscia storica e della violenza.

Geranzani preleva la Farfalla, antico simbolo della rinascita dell'anima dall'humus culturale della memoria storica europea e con essa incorona la rappresentazione del martire e del guerriero. È un simbolo di Speranza che, priva di garanzia, non ha carattere di fondamento e di dominazione del corso della storia ma rappresenta comunque l'ineluttabile volontà di perseguire un dovere morale verso la storia senza sapere quale sarà il suo senso. È una risposta, per quanto fragile, che possa cercare di risolvere il delicato tema delle migrazioni e dei considerevoli mutamenti culturali in atto, oggi, nel pieno della crisi della memoria storica europea.

Io cerco, attraverso la densità della materia, quella vibrate vitalità che si contrappone alla desolazione della terra bruciata, di ritrovare un anelito di umanità persino nel milite che si immola con gesto devotamente eroico a una causa superiore. Racconto il conflitto fra la sua umanità e la sciagurata scempiaggine dell’efferato gesto

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